Museo di Castel Sant’Angelo

Consolidamento strutturale, restauro architettonico e soluzioni di continuità per il Museo di Castel Sant’Angelo

2007

OGGETTO

Lavori di adeguamento dei locali siti al livello terreno del Museo e opere di consolidamento strutturale e restauro architettonico del cilindro romano

CLIENTE

Ministero del BB.CC. e AA. Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio.

IMPORTO LAVORI
€ 469.540,00

LUOGO
Roma,Lazio, Italia

DESCRIZIONE LAVORI

Castel Sant’Angelo nasce come sepolcro destinato ad accogliere le spoglie dell’imperatore Adriano nel II secolo d.C., ma è destinato a divenire nel corso dei secoli, a seguito di interventi di adeguamento continui, prima fortificazione e, poi, prigione, dimora rinascimentale, nonché sede pontificia. Da ultimo, assume le sembianze del museo che, oggi, attira miriadi di visitatori ogni anno da tutto il mondo.

Il progetto di restauro architettonico realizzato da Edilerica presso il Museo di Castel Sant’Angelo ha coinvolto la parte romana del tamburo, ovverosia la grande struttura circolare presente all’interno delle imponenti mura quadrangolari. 

Con particolare attenzione al rispetto e alla conservazione filologica di questo storico manufatto, l’intervento di Edilerica si è focalizzato su un’attività di consolidamento strutturale e restauro. In particolare, si è provveduto all’eliminazione di alcune parti di muratura fortemente ammalorate dal trascorrere del tempo. 

Una lavorazione di particolare interesse ha riguardato le parti in coccio peperino, un tipo di roccia molto diffuso nell’antica Roma e spesso utilizzato in forma di conci o blocchi. Considerato l’elevato stato di usura dei blocchi, il team di Edilerica ha inizialmente concentrato i propri sforzi sul lavaggio dei conci con getti di acqua a pressione controllata. Solo in un secondo momento è stato possibile intervenire sui microrganismi di cui era cosparsa la superficie (muschi, licheni, alghe) attraverso l’applicazione di impacchi di prodotti biocidi.

Edilerica ha proseguito con estesi lavori di stuccatura con pezzame di mattoni e tufi di recupero, elementi che – in combinazione alle malte – hanno restituito colori e granulometrie perfettamente in linea con i materiali originali.

L’intervento si è concluso con l’installazione di appositi dissuasori per volatili in filo di nylon a protezione delle murature.

Il risultato è una muratura che, sin dal primo sguardo, restituisce un perfetto senso di continuità non solo a livello strutturale ma anche estetico.

Il coccio peperino

Il peperino è una tipica roccia di origine vulcanica particolarmente diffusa nel Lazio e per la precisione nella zona di Viterbo e dei Colli Albani. Deve il suo nome alla presenza di un colore di fondo con varie sfumature di grigio, puntellato da particelle nere (biotite) simili a granelli di pepe. In gran parte degli edifici di epoca romana è possibile rinvenire il peperino fra i materiali da costruzione.

In epoche successive, con il coccio peperino, sono stati edificati vari palazzi di particolare interesse storico ed architettonico sia a Roma sia nella zona dei Castelli Romani.

Oggi il peperino viene usato per la realizzazione di zoccolature, fasce, pavimenti e scale.

Reportage fotografico